Otto Professionisti alle prese con lo Studio della Terra

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I "medici della Terra" I "medici della Terra"

Potenza – Arrivano i “medici della Terra” di TerraLab Srl. Una start up innovativa 100 % lucana nata due anni fa, nonostante la forte crisi economica in atto, per esplorare la Terra in tutte le sue forme attraverso sofisticate apparecchiature tra cui un drone ad ala fissa capace di osservare la superficie terrestre in diverse bande per fornire immagini simili a quelle prodotte dai satelliti.

Questa la sfida non semplice che 8 giovani professionisti lucani hanno deciso di lanciare ed intraprendere con grande coraggio, orgoglio e senza nessun contributo pubblico per un co-working finalizzato alla creazione di un nuovo modo di fare impresa mettendo in condivisione il bagaglio di conoscenze e competenze appreso in una pluriennale carriera di formazione.

Un team giovane e dinamico, con vari profili professionali in organico tra geologi, geofisici, ingegneri, dottori di ricerca con esperienza ultradecennale, unito dalla passione per ricerca scientifica che li ha resi pionieri in Basilicata per l’innovazione applicata all’Osservazione della Terra.

Un team che in questi due anni si è dimostrato subito molto attivo instaurando anche diverse collaborazioni con alcuni enti di ricerca e Università degli Studi della Basilicata.

"La mission della società – afferma il presidente Massimo Bavusi – è quella di offrire servizi innovativi in vari campi che spaziano, ad esempio, dalla produzione di modelli digitali tridimensionali del territorio all’agricoltura di precisione, al telerilevamento, ai servizi avanzati di diagnostica e monitoraggio ambientale, fino al monitoraggio delle infrastrutture, geofisica, geologia, geomorfologia e archeologia.

In agricoltura, con un particolare sensore che equipaggia il nostro drone, siamo in grado con precisione di monitorare le colture in maniera efficiente e razionale e, mediante specifici software, favorire una gestione sana responsabile delle risorse, oltre che un risparmio economico consistente per gli agricoltori, dovuto ad una riduzione dal 40 al 50 % dei trattamenti. Purtroppo in Basilicata questo concetto nuovo di lavorare non è ancora diffuso sia a causa dell'estrema frammentazione degli appezzamenti, che rende meno consistente il risparmio di risorse ottenibile dal singolo agricoltore, sia per una certa diffidenza verso una tecnologia ancora poco conosciuta. Motivo per cui lavoriamo anche in altre regioni d’Italia.

Le difficoltà di questi due anni sono state soprattutto burocratiche e istituzionali per un sistema economico che appare ingessato e ripiegato su se stesso. Siamo fiduciosi di poter dare il nostro contributo affinché le cose cambino e certi che la condivisione della conoscenza e delle competenze costituiscano una buona occasione per darsi un futuro dignitoso e non essere costretti ad andare via”.

(il Quotidiano del Sud 11-08-2016)

 

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